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Dalle neve dell’Appenino al ghiaccio dell’Alaska

Dopo Chooyu2008 e Gasherbrum2011 eccoci qua con Denali2012 e con la stessa voglia di raccontare emozioni, sacrifici e gioie e condividerle con chi, da casa, al lavoro o in viaggio, abbia voglia di venire con noi sul Mount McKinley.

Potrete seguirci qui, su Facebook e Twitter. Per i nostalgici amanti dei piccioni viaggiatori purtroppo a questo giro niente da fare: fa troppo freddo per mettersi a volare. La temperatura massima in questi giorni oscilla tra i -32 ed i -40. Un bel freschino.

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Film e Foto dell’Alaska

Venerdi’ 10 Agosto alle 20.30 presso la piazza Romolo Ferretti di Collagna si terrà la  presentazione delle foto e del film della spedizione ! L’evento è organizzato dal Comune di Collagna e a seguire Festa della Birra al Bar Triglia con concerto alle 22.30 della cover band Pearl Jam ! Partecipate numerosi…

DENALI 10.08.12 locandina


Serata in Alaska

Venerdì 22 giugno p.v. serata tra il serio ed il faceto (ma molto piú faceto) per racconare  la conquista della vetta del Denali da parte di Samuele e Massimo, guardare e commentare insieme le immagini della spedizione e del viaggio in Alaska, bere un bicchiere in compagnia, sfuggendo alla calura della pianura! La serata sarà cortesemente ospitata al Rifugio Monteorsaro (Villa Minozzo – RE) e comincerà alle 20.00.


Il momento dei saluti

A poche ore dal volo di rientro in Italia é giunto il momento di ringraziare le persone che ci hanno permesso di arrivare sul Denali.

Persone e Aziende che hanno creduto e credono che dal nostro Appennino, persone normali, montanari, possano cimentarsi con montagne, climi e culture diverse, a testa alta, con l’onestá che parte dalle nostre terre e torna alle nostre terre e che, intorno al mondo, porta una cultura di sacrificio e di etica, che é abituata a portare i propri pesi sulle proprie spalle, che é abituata a rispettare discretamente l’ambiente e le persone che incontra, che é fatta di generositá ed altruismo prima ancora che ricerca del successo!  In questi aspetti, pensiamo d’incarnare lo spirito di chi ci sostiene.

Un doveroso ringraziamento a Cristian, Enri, Andrea Ciccio, Arnaldo Arnaldovic, Ciano Briatore, Raffa, Simone di Aku, Frigeri per Mico, Florio, Claudio del Monteorsaro, Franco Bertani, Tiraboschi per Salice, Matteo, Gianluca, Alessandra...

Un grazie particolare a chi, come sempre, pazientemente, ci supporta dal “campo base” e ci segue passo passo pur standosene a casa (o dintorni):
L’insostituibile Lorenzo, che ci ha sopportato, oltre che supportato e fornito tutte le previsioni meteo sulla montagna ed ha creato e curato il blog etc.

Il CAI di Castelnovo ne’ monti, il nostro Cai, il cui gagliardetto potrete trovare nella hall della Ranger Station di Talkeetna AK,

Giorgio e Giuseppe il Presidentissimo, che hanno pensato ai nostri spostamenti!

la Stefania che ci ha preparato le dotazioni di farmaci e seguito sulla strada di Santiago.
e… la Maura, la Marta, l’Annalisa, Angelo, Francesca, Lollo, Ettore, Mario, Barbara, Enrico, Razzo, Lillo e tutti quelli che ci hanno seguito e ci hanno fatto sentire “a casa”!
Per finire un pensiero a chi, proprio a casa, ha perso tutto, la vita o i sogni, o, anche “solo” i segni del proprio passato, un sincero e caloroso augurio di poter ricominciare un lungo meraviglioso viaggio, qui con noi o in un mondo migliore!
E, se avrete la pazienza di seguirci… alla prossima montagna…

Prima Durante Dopo

Qualcosa mi sfugge sempre in montagna. Perché lo faccio? “Prima” è la sfida con se stessi, “Durante” è la fatica e vincere l’istinto di mollare, “Dopo” è il piacere del ricordo. E la voglia di tornare in montagna, che è sempre forte.

Che cosa rende unica un’emozione invece di renderla banale? Forse l’emozione ci rende evidente quello che sappiamo già ma non riusciamo  a fare emergere da soli. La banalità invece emerge sempre da sola. I miei pensieri in montagna non sono quasi mai sulle cose ma sulle persone e quindi importanti per definizione. Sono in realtà semplici come sembra semplice bere un bicchiere d’acqua. Ma bere un bicchiere d’acqua non è semplice per tutti e non solo a 4500 metri… Ancora una volta mi sono sentito fortunato soprattutto per la mia quotidianità.  Apprezzare il Denali, le Alpi o l’Appennino non fa differenza, sono una delle infinite facce della Vita vissuta con ritmi naturali, un passo dopo l’altro. Letteralmente. Questa tranquillità viene sempre insidiata dalla lettura dei giornali che ho fatto al ritorno ad Anchorage. È quasi una ingiustizia che lo spread sia una parola più temuta del terremoto che ha colpito e colpisce la nostra bellissima terra.

La solitudine in montagna non è mai triste, si è sempre in compagnia di amici e dei propri pensieri, suppongo. Si rispetta la Natura perché la Natura ci Sovrasta e non ci è permesso avere tempo “vuoto”.

Fermarsi a campo 4 è stata la scelta giusta verso me stesso e verso i miei amici di avventura (Ruffo preferirebbe Compagni, va bene in tutti i modi). La vetta è una soddisfazione, una di tante. Forse lo dico perché non ci sono arrivato, ma tornare tutti e sani  è la soddisfazione maggiore! Mi sono chiesto in un momento di nebbia se Otzi fosse un alpinista. Non credo e sto divagando. L’orgoglio mi lascia un po’ il retrogusto di sconfitta personale ma anche la voglia di fare meglio la prossima volta…

Una parola la meritano i ragazzi con cui ho condiviso la spedizione. Grazie a Dapo per l’approccio da alpinista, a Sam per l’entusiasmo da alpinista ed a Ruffo per la sincerità da alpinista. Ho Volato con la fantasia, mi sono gustato ogni secondo di questa avventura ed ho imparato molto. Grazie a chi ha seguito la spedizione, spero di poter lasciare anche solo una frazione di quello che ho provato.


Ciao Simone

Grande soddisfazione salire ma, soprattutto, scendere con gli sci il Denali, il pensiero, peró, ancora in questi giorni é tutto per Grazia ed Ettore! La loro é stata e sarà la sfida più grande…

I ricordi con voi e Simone sono tanti e bellissimi fatti di montagne, di sogni, di mangiate e di tante chiacchiere…
Era bello salire a Rhemes, mangiare con voi nella vostra casetta e poi, il giorno dopo, via per montagne! Cose semplici ma di grandissima sostanza, come Voi e la Vostra reazione compostissima alla perdita di un figlio…
Simone, mi azzardo a dire che sono contento di esserci stato quel maledetto giorno di maggio con te, ho scambiato con te le ultime parole, gli ultimi sorrisi e quella gran voglia di sciare sul ripido che ci accomunava… per il resto, vecchio mio, non posso che augurarti tante pareti da scalare e altrettanti pendii da sciare!

A Giovanni

… Mi piace la montagna per i suoi silenzi,come ospite discreto, perchè é cosi che ti fa sentire, impari ad ascoltare. Dentro di essa le parole non hanno piu spazio e tutti i sensi sono rivolti all’ascolto.

… Mi piace la montagna perche non permette a nessuno di bleffare, almeno con se stessi, ed e qui che cadono tutte le maschere e l’uomo rimane nudo con se stesso e le personali paure.

… Mi piace la montagna e gli uomini di montagna.

…a Giovanni che sta per essere e a sua madre, la Marta, mia personale fortuna.


Girovagando

girovagando alaska


Alpinismo e societá

Un gruppo di alpinisti é una societá organizzata con uno scopo condiviso, il “segreto” per la soddisfazione di tutti i componenti é la condivisione dei ruoli in funzione delle reali capacitá e non delle ambizioni.

Come in una organizzazione sociale complessa, il gruppo di alpinisti tende alla vetta e raggiunge il successo nel momento in cui i componenti definiti per quello scopo la raggiungono, con la soddisfazione di tutti!
La differenza con la societá civile sta nel fatto che nell’impresa alpinistica non é possibile mentire a se stessi o agli altri componenti sulle reali capacitá, e di conseguenza i ruoli non possono essere distribuiti che secondo una perfetta meritocrazia, che in questo caso é accettata da tutti i componenti perché ne é pena la vita dei singoli ed il successo del gruppo!

Volo in discesa

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Un volo senza troppe turbolenze durante la discesa. Beh, bisogna sempre stare con gli occhi aperti, soprattutto quando la slitta inizia ad essere viva e decide di arrotolarsi, muoversi, seguire la propria traccia ed io inizio ad offendere la mamma della slitta. Ho anche pensato di buttarla giù da un crepaccio, pensiero subito scartato… Sia ben chiaro, avevo il kit per sopravvivere nello zaino!

Per fortuna c’era quasi un metro di neve fresca e qualche sciatore che ha fatto una traccia e quindi la slitta ė diventata più ragionevole. Questo fino a campo 3, forse la parte più impegnativa. Dal campo 3 al campo 1 una bella tempesta di neve, con la traccia che era un’autostrada ed un sacco di gente in giro. Mi sono anche fatto una bella discesa seduto sulla slitta sopra campo 1, sentendomi un pò Tex Willer su un cavallo da domare. La sera ho provato il sapore delle lasagne liofilizzate (praticamente uguali a quelle che mangiavo in Svezia, adesso ho una voglia di lasagne fatte in casa…) e la mattina ho scoperto che ci si può svegliare con mezzo metro di neve di fianco alla tenda.

La giornata era semplicemente ideale, vento forte e sole. Ideale anche perchė ho incontrato una sola persona in tutta la discesa al campo base. La foto vi dá un’idea di come ho passato la giornata!


Ruzzolati a valle

Eccoci qui, tornati alle mollezze della civiltá: una doccia, un paio di scarpe che non vanno serrate a piú mandate, abiti leggeri e, una Alaskan White, be… una?!  Per cominciare!

Ci siamo riposati nel gelo di campo 4, attendendo il primo sole ed evitare la nevicata che ogni mattina si sviluppa dentro la tenda, e dopo aver sistemato le attrezzature sulle “slitte” abbiamo cominciato il viaggio verso valle.

Non senza difficoltá ci siamo abbassati di quota rapidamente ed abbiamo ripercorso l’imponente ed affascinante ghiacciaio che all’andata ci ha richiesto, a chi 3 e a “chi” 4 giornate, in meno di 4 ore, caduta in crepaccio e litanie dei santi comprese.

Siamo giunti trafelati, trascinando la “lizza” sul ghiaccio, all'”aeroporto” del Base Camp dove una solerte “addetta” ci accoglie comunicandoci con imbarazzante formalitá aeroportuale, l’ora del prossimo volo per Talkeetna e le regole per i bagagli, pesatura inclusa!

Appena sentiamo il rumore del DeHavilland avvicinarsi ci aumenta, come per un riflesso condizionato, la salivazione e come per incanto ritroviamo le energie che servono per imbarcare i bagagli, sederci, allacciare le cinture e… io mi immaginavo una bottiglia di lambrusco da Claudio al Monteorsaro!

Come recita il claim della Talkeetna Air Taxi in “un’ora di volo invece di una scarpinata di una settimana” siamo a Talkeetna, che definirla civiltá potrebbe apparire azzardato, ma che ci accoglie con tutto quello che si puó desiderare, lambrusco a parte!